"È stata un'esperienza fantastica. La stagione teatrale, le feste, i balli e la propaganda sono stati esaltanti e "paganti", oltre ad essere, per noi che l'abbiamo vissuta, un'esperienza di grande risultato. Un'esperienza che ci ha arricchito e ci ha dato forza per la nostra futura carriera: facendomi diventare - per quanto mi riguarda - direttore del Teatro stabile di Torino, pur avendo io già lavorato cinque anni con Vittorio Gassman e il suo Teatro Popolare Italiano (il famoso circo viaggiante).
Siamo "cresciuti" e siamo diventati "qualcuno" in virtù di Torino '61."
Paesi lontani e generi diversi
Alla vigilia dell'apertura di Italia 61 i quotidiani e periodici italiani titolavano: "Capitale degli spettacoli la Torino del Centenario", "Torino ribalta mondiale", "Si inaugura a Torino la stagione delle vedettes", "Spettacoli da tutto il mondo per le celebrazioni di Torino '61", "Sta sorgendo a Torino una nuova Broadway", "Un colossale programma con i complessi più importanti del mondo", e così via.
In effetti il cartellone, preparato non senza difficoltà dalla Commissione Spettacoli di Torino '61, era di eccezionale rilievo e senza precedenti in Italia.
Volevamo un repertorio internazionale eclettico con tipi diversi di spettacolo; accanto alle più importanti realizzazioni italiane, volevamo quei complessi stranieri che rappresentavano il miglior teatro del mondo. La rassegna doveva essere anche un motivo di confronto e di sollecitazione.
Per ospitarla, i due principali teatri cittadini dell'epoca, Alfieri e Carignano, furono dotati di aria condizionata per essere utilizzabili in estate.
USA e URSS a confronto
L'avvio fu difficile. I primi due spettacoli, niente meno che West Side Story e i Burattini di Obraszov (America e Russia alla ribalta, in barba alla guerra fredda), furono accolti con una certa diffidenza da un pubblico disabituato e timoroso di esporsi. Ma poi la Rassegna prese il via e tutti gli spettacoli di sicuro valore artistico ottennero una piena e soddisfacente adesione del pubblico, con una media di circa 750 spettatori per recita; media tutt'altro che irrilevante per una stagione estiva a Torino. Anche i risultati economici furono più che soddisfacenti, considerando la situazione generale del teatro in Italia e i prezzi dell'epoca.
Grandi film e magiche feste
Accanto agli spettacoli teatrali importammo integralmente dal Festival di Venezia la rassegna cinematografica, con opere e registi d'avanguardia che divennero poi famosissimi. Inoltre ci occupammo anche della preparazione delle feste: il ricevimento a Palazzo Madama con il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, le Autorità cittadine e gli Ambasciatori convenuti a Torino per le Celebrazioni dell'Unità, il ricevimento nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, per valorizzare questa gemma architettonica torinese, il grande spettacolo di fuochi artificiali, le feste notturne con i balli popolari sulle balere sull'acqua, i diecimila lumini galleggianti sulle acque del Po e i balli nelle Società Canottieri. Tutto ciò - gli spettacoli, le feste, i balli – è contenuto in un volume di riepilogo prodotto dall'ufficio organizzativo del Centenario.